Riprendo un articolo letto su un sito in inglese: How Hubble killed God… .
Era mia intenzione scrivere qualcosa del genere già da tempo, ma le circostanze me lo avevano sempre fatto rimandare.
L’articolo in questione ha un approccio all’argomento più teosofico che astronomico e, per quanto ne condivida in parte le argomentazioni, non è questo il punto che vorrei sottolineare.
Il 9 marzo del 2004 la NASA ha pubblicato una fotografia ripresa dal telescopio spaziale Hubble.
A parte l’ambito astrofisico e astrofilo, questa immagine non ha avuto un grande impatto sulla maggior parte delle persone e dei media, ed è un vero peccato perché siamo di fronte a un evento di assoluta eccezionalità che varrebbe la pena di conoscere ed approfondire.
Se in una notte serena alziamo gli occhi al cielo, inquinamento luminoso permettendo, potremmo riuscire a contare al massimo 2500 stelle.
Sono tutte stelle che fanno parte della Via Lattea, la galassia nella quale ci troviamo. In realtà la Via Lattea conta all’incirca 200 miliardi di stelle (miliardi, non milioni) e il suo diametro è approssimativamente di 100’000 anni luce.
La stella più vicina a noi è Proxima Centauri che dista circa 4,5 anni luce.
Per anno luce, sappiamo ormai tutti, che si intende la distanza percorsa dalla luce in un anno (se volete la distanza in Km potete farvi un rapido calcolo sapendo che la velocità della luce si aggira sui 300’000 Km al secondo!).
Questo vuol dire che se guardiamo Proxima Centauri al telescopio la vediamo oggi come era più di quattro anni fa. In pratica stiamo guardando al passato di quella stella.
Attualmente la velocità massima raggiungibile da una astronave è inferiore ai 100’000 Km/h, che vorrebbe dire che ci servirebbero circa 50’000 anni per raggiungerla (secolo più, secolo meno).
Immaginate il vostro vicino che sta al di là della strada e voi dovete impiegare 50’000 anni per andargli a chiedere lo zucchero in prestito. 😕 E poi dovete anche tornare a casa!
Se, dopo aver guardato le stelle, fissiamo una piccola area che appaia completamente vuota tra di esse, potremmo dire di star facendo una cosa senza molto senso, visto che lì non c’è nulla.
Invece è proprio quello che ha fatto il telescopio spaziale.
In 400 orbite intorno alla Terra, Hubble ha scattato 800 fotografie di una stessa porzione vuota del cielo, pari appena ad un decimo della Luna, variando le lunghezze focali per ottenere alla fina una immagine combinata dello spazio più profondo che, lungi dall’essere vuoto, ha mostrato una incredibile densità di oggetti celesti.

Questa immagine è conosciuta come Hubble Ultra Deep Field (UDF).
Tutto ciò che si vede non sono stelle, sono galassie. Sono tutte galassie. Sono circa 10’000 galassie comprese tutte in un pezzettino minuscolo di cielo.
Le più dettagliate distano da noi circa un miliardo di anni luce, vediamo cioè come erano quelle galassie un miliardo di anni fa. Quelle meno definite sono galassie che vediamo come apparivano appena 800’000’000 di anni dopo la nascita dell’universo, vale a dire 12 miliardi di anni fa!
Ognuna di queste galassie è composta a sua volta da centinaia di miliardi di stelle e la parte di cielo che questa superba immagine ci mostra è solo una porzione 13 milioni di volte più piccola dell’intera volta celeste! Questo dovrebbe darci una pallida idea su quanto grande sia in realtà il nostro universo. Altro che le 2500 stelle che vediamo (male per giunta).
Se volete dare un’occhiata ancor più nel dettaglio a questa immagine collegatevi a questo link: http://www.aip.de/groups/galaxies/sw/udf/swudfV1.0.html
Se l’universo è stato creato in funzione dell’uomo, come sostengono i credenti, appare evidente una certa sproporzione tra l’obiettivo della creazione e la sua implementazione.
C’è, come minimo, uno spreco di risorse. E di tempo anche, visto che sono occorsi quasi 13 miliardi di anni per arrivare a noi.
Nulla impediva al creatore di fare un piccolo o grande pianeta e circondarlo di una sfera nera sulla quale disegnare miliardi di puntini luminosi se la funzione era solo quella di una semplice decorazione notturna a uso dei romanticoni innamorati.
Avrebbe speso meno, impiegato meno tempo e avrebbe ottenuto la stessa attenzione da parte dei suoi fedeli, vale a dire nulla impegnati come sono a farsi la guerra in suo nome.
Paradossalmente sono più gli atei come me a incantarsi davanti alla potenza del loro Dio.