Siccome sono un tipo deciso, ho deciso di soprassedere nel portare a termine il dipinto di Psiche che consola Venere di cui ho parlato nel post Psiche e Venere: quanto manca alla fine? 😳
Questo non significa che non lo terminerò mai più, ma solo che non mi sento pronto a riprendere a freddo un lavoro così impegnativo dopo una lunghissima pausa.
Ho bisogno prima di rifarmi la mano pastrocchiando un po’ con pennelli e colori
; così, senza ambizioni particolari.
Siccome sono anche un poco tirchio non mi andava proprio di sprecare una tela nuova per una prevedibile crosta e ho deciso di sacrificare un vecchio abbozzo mai terminato che giaceva nella polvere dal lontano 2007. 💡
Questo:

Ritratto in rosa
C’è da dire che anche questo abbozzo sfruttava una piccola tela riciclata (35×40 cm) e non l’ho mai terminato perché, dopo averlo iniziato, mi sono accorto che la composizione non mi piaceva. In realtà ero solo rimasto affascinato dal viso della modella (trovata su internet), ma non avevo valutato appieno il soggetto nella sua interezza. Così l’ho abbandonato, (ma il viso della modella l’ho usato poi come Venere, nel dipinto con Psiche, sia pure in una posa diversa).
La particolarità di questa tela è che sul retro ospita un’altro ritratto abbandonato. Alla fine se qualcuno se la compra fa un affare, tre ritratti al posto di uno. 😀
Naturalmente, per rifarmi la mano, avrei potuto cercare di completare questo dipinto; però avrei incontrato gli stessi problemi. La mia idea invece era quella di cimentarmi su una copia di un maestro.
Siccome per il dipinto di Psiche e Venere mi sono ispirato a John William Godward ho deciso di fare una copia del suo dipinto A Grecian Lovely.

John William Godward - A Grecian Lovely
Chi ha seguito l’evoluzione di Psiche e Venere si sarà già accorto che non l’ho scelto a caso, essendo questo il profilo (rovesciato) utilizzato per Psiche; quale dipinto migliore per rifarmi la mano in previsione dell’altro? 😉
Il problema principale a questo punto è fare in modo di coprire il vecchio abbozzo e, per il mio modo di dipingere, non è molto semplice. Io lavoro essenzialmente per trasparenze e questa tecnica mi torna utile per mantenere la vecchia intonazione cromatica, che si adatta al nuovo soggetto, ma la difficoltà sta nel nascondere il vecchio disegno senza appesantire il dipinto con colore a corpo. 😕
Inizio dedicandovi un paio d’ore usando sostanzialmente solo bianco e terra d’ombra:

Prima stesura
Poi devo abbandonare perché il colore non “aggrappa” più e il pennello me lo asporta invece di stenderlo. Devo aspettare che asciughi. Come si nota è ancora in evidenza il disegno sottostante.
Il giorno dopo, a colore asciutto, vi dedico una mezza giornata allargando un po’ la tavolozza (nel senso che aggiungo più colori, non che la stiro da tutte le parti 🙄 ):

Seconda stesura
Il vecchio viso è ormai scomparso sotto il nuovo colore; si intravedono ancora una parte della fronte (all’interno dei capelli) e soprattutto le mani, mentre la spalla è ormai una indistinta macchia di colore nello sfondo. Ho riportato anche a matita le principali linee di piega dell’abito.
Siccome l’abito stesso è impostato sulle trasparenze prevedo delle difficoltà nell’esecuzione. Credo che la soluzione migliore sia dipingere prima l’incarnato, come fosse un nudo, fino a coprire i segni delle mani, e poi eseguire l’abito in trasparenza. Tra parentesi, non era raro tra i preraffaelliti (ai quali Godward era vicino) fare prima le figure nude con estrema precisione e solo successivamente drappeggiarle.
Farò così anch’io, domani ci provo. Per intanto pubblico.
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