Un anno e mezzo fa, circa, ho pubblicato una fotografia del 1955 dove ero immortalato in tutto il mio splendore, in quel di Breguzzo (Trova l’intruso).
Tramite Google Street View ho poi cercato la casa rappresentata alle spalle e ho anche incaricato l’amica stileminimo, che è di quelle parti, di provarci dal vero. Impresa improba, dato che la casa praticamente non si vede.
Comunque, sforzando la memoria e la logica, ero arrivato ad identificare una casa “possibile” quando, nello stesso post, mi ha contattato incredibilmente il proprietario della casa stessa, che l’aveva riconosciuta. E mi ha confermato che era proprio quella che io avevo individuato.
Insomma il post, che chiedeva di trovare l’intruso, si era trasformato nella caccia alla casa.
Appagato dal risultato non ho più considerato quel post, però mi sembra giusto un aggiornamento (sia pure tardivo) che metta a confronto l’originale con l’attuale.

Dal 1955 dal vivo al 2011 di Google Street View
Perché ci tenevo tanto a trovare quella casa? Perché lì ho passato un mese della mia prima vita ed è stato il primo posto dove sono stato fuori casa, senza i miei genitori. E ho passato i primi 15 giorni a piangere (acca24) perché volevo tornare a casa. 😥
Esasperati, i responsabili mi facevano fare tutto quello che volevo, senza successo. Sono arrivati a farmi entrare nella stanza che sta dietro la finestra in basso, sulla destra, dove c’era un plastico di trenino elettrico, custodito gelosamente. Sono stato l’unico bambino che l’ha visto quel trenino. Tra le lacrime, ma l’ho visto (chissà di chi era). Son soddisfazioni, dopo 60 anni 🙂
Essendo una colonia mista, i maschietti venivano tenuti separati dalle bambine. I primi giocavano nella parte destra dello spazio tra la casa e il cancello (a sinistra di chi guarda), mentre le seconde stavano dalla parte opposta (sotto la finestra del trenino). Era una regola che valeva per tutti. Tranne uno, naturalmente. Io stavo relativamente tranquillo se mi lasciavano tra le bambine e così ero esentato 😉
Quando andavamo a passeggiare, rigorosamente in fila per due, io ero la colonna sonora. 😥
Dopo 15 giorni sono venuti a trovarci i genitori; io non mi sono più sentito abbandonato e ho deciso, con gran sollievo di tutti, che era ora di basta.
Non prima però di aver tentato il colpo basso.
Sulla sinistra di chi guarda, c’era, e c’è ancora (non inquadrato), un cancello. A quei tempi era chiuso da un catenaccio arrugginito che nessuno era in grado di aprire, se non ricorrendo ad un fabbro.
Quando la corriera coi genitori si allontanò con tanti saluti, io riuscii a convincere gli altri ad aiutarmi ad evadere.
O ero un grande motivatore, o non vedevano l’ora di liberarsi di me. Fatto sta che riuscimmo ad aprire quel cancello ed io sgattaiolai fuori, correndo come un forsennato in mezzo alla strada, dietro alla corriera.
La scena fu quella della corriera che si allontanava, io che la inseguivo gridando “mamma!!!” ed i responsabili che inseguivano me gridando “Bruno!!!”. 😀
Da allora smisi di piangere, però non saprei dire se fu il fatto di aver rivisto i miei o piuttosto l’essere riuscito ad aprire un cancello bloccato che mi appagò. 😕
p.s. Visto che l’altra volta nessuno è riuscito a trovare l’intruso è giusto che lo riveli: è il primo bambino seduto a destra di chi guarda. Non ero un amore? 😎
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