Quando ero piccolo ogni tanto mi divertivo a fare gli occhi storti e mia madre si incavolava di brutto ritenendo che da grande potessi diventare strabico. Non sapeva (meschina) che di storto mi sarebbe venuto solo il cervello.
Crescendo ho poi letto da qualche parte che addirittura fare ogni tanto gli occhi storti aiuta a rinforzare la muscolatura.
Pensa te, invece di andare in palestra…
Ok! Solo la muscolatura adibita al movimento degli occhi… va beeene…
In realtà ad insistere a strabuzzare gli occhi i muscoli si indolenziscono subito, mentre d’altra parte capita che ci si incanti a fissare nel vuoto con una grande sensazione di pace e benessere perché in questo caso i muscoli sono completamente rilassati. In termini informatici si potrebbe dire che questa è la posizione di default. Wowww!
C’è gente che riesce senza problemi a incrociare gli occhi, mentre altri proprio non ce la fanno. Viceversa ci sono persone che possono fissarsi volontariamente, cosa che è piuttosto difficile da ottenere con la volontà (alla faccia del default).
Io vado a periodi, ma in genere mi risulta più facile fare gli occhi storti, visto il legame stretto che ho tra gli occhi e il cervello.
Questo discorso mi porta a riprendere in considerazione un breve intervento che feci nei primi giorni della nascita del mio blog che riguardava la fotografia in
3D.
Io sono sempre stato affascinato dalla possibilità di visualizzare una immagine come se fosse un corpo reale.
Non sono il solo. In pratica la fotografia in 3D è nata con la fotografia stessa. Erano molto in voga nell’800 delle specie di binocoli con un supporto, all’estremità, per contenere due distinte fotografie che venivano visualizzate separatamente dai due occhi. Spesso chissà perché, erano piuttosto osé (ho fatto la rima, sono un poeta, che mi manca?).

Nel corso degli anni ’50 c’è stato un breve periodo in cui anche alcuni film erano proiettati in 3D e all’ingresso gli spettatori venivano forniti di un paio di occhialini appositi (che facevano le veci del binocolo), senza i quali le immagini apparivano piuttosto confuse.
Con l’invenzione del laser si è poi giunti ad una nuova frontiera che sembrava portare a una vera rivoluzione: l’ologramma a laser.

Tutte queste tecniche non sono mai riuscite però a soppiantare la tradizionale fotografia bidimensionale. Un po’ come se la fotografia a colori non fosse mai riuscita a soppiantare quella in bianco e nero.
Il fatto è che per vedere in tre dimensioni c’è sempre stato bisogno di avere a portata di mano un qualche marchingegno accessorio sia per la visualizzazione che per la creazione. La tecnologia laser ha un po’ superato questo limite (almeno dopo l’invenzione delle lampade alogene) per quanto riguarda la visione, ma lo ha peggiorato addirittura per quello che riguarda la creazione. Ormai gli ologrammi si trovano solo nelle carte di credito.
Resta comunque per me un cosa affascinante e l’avvento delle fotocamere digitali permette ormai a chiunque di sperimentare in proprio questa tecnica.
Il principio base è banale e tutti lo sanno, ma lo riassumo per chiarire il discorso.
I nostri occhi sono separati tra loro di una distanza pari a circa il palmo della nostra mano. Questo fa sì che quando osserviamo un oggetto i due occhi vedano due immagini leggermente diverse; un occhio vede un po’ più da sinistra e l’altro vede un po’ più da destra. Una prova banale la si può fare appoggiando il palmo della mano sul naso e chiudendo alternativamente prima un occhio e poi l’altro: l’occhio sinistro si troverà a fissare il mignolo e l’occhio destro invece fissa l’indice.
Vi risulta il contrario? Usate l’altra mano, perbacco! … Oppure girate il palmo.
Le due fotografie usate nell’800 erano appunto due foto dello stesso soggetto riprese da angolature leggermente differenti, una per l’occhio destro e una per l’occhio sinistro. Il binocolo costringeva di fatto ogni occhio a guardare solo la propria immagine, il cervello faceva il resto fondendo le due immagini e interpretava in 3D il soggetto in base alla differenza riscontrata.
Anche gli occhialini, seppur con un’altra tecnica, ottenevano lo stesso effetto basandosi sullo stesso principio.
Se escludiamo il laser, il problema in ogni caso c’era al momento di riprendere il soggetto.
In pratica bisognava scattare due foto per ogni immagine in 3D e, se c’era un oggetto in movimento, bisognava scattare contemporaneamente l’otturatore di due macchine fotografiche identiche e appaiate.
Poi bisognava avere il binocolo.
Insomma un raddoppio di spesa solo per la pellicola e la stampa, più gli accessori.
Ora però, con una macchina digitale, e senza troppe ambizioni di fotografare una rondine in volo, si può tranquillamente fare fotografia 3D a costo zero.
A patto di saper strabuzzare gli occhi. O di fissarli su un punto lontano.
Scattare le due foto è banale.
- Mettete in posa il vostro lui o la vostra lei mentre voi divaricate leggermente le gambe (ossignur… lo so che si presta a interpretazioni equivoche, ma cerchiamo di rimanere seri);
- inquadrate facendo attenzione a non perdere di vista il centro dell’ immagine o un punto qualsiasi che vi faccia da riferimento e che non dovrà spostarsi troppo da una foto all’altra;
- spostate il peso del corpo sulla gamba destra e scattate (questa è la foto dell’occhio destro);
- spostate il peso del corpo sulla gamba sinistra e scattate (questa è la foto dell’occhio sinistro);
- scaricate le due immagini sul PC e appaiatele sul monitor con un qualunque programma di elaborazione foto.
Adesso sapete strabuzzare gli occhi? Sì? Allora mettete sulla sinistra l’immagine dell’occhio destro (e viceversa per l’altra immagine). Fissate lo sguardo tra le due immagini e cominciate ad incrociare gli occhi. Vedrete due doppioni delle vostre foto che si avvicinano tra loro progressivamente verso il centro del campo visivo, fino a fondersi in una magica versione tridimensionale del vostro adorato (o adorata).

Occhio destro Occhio sinistro
Visualizzazione a occhi incrociati
Se non sapete strabuzzare gli occhi avete ancora la possibilità di provare a fissare un punto lontano, oltre il piano del vostro monitor (non è facile perché il cervello tende a prestare attenzione al monitor e non ad un punto ideale che sta nascosto dietro), ma con un po’ di costanza e pazienza, anche così comincerete a vedere i due doppioni avvicinarsi al centro. Prima però dovrete avere appaiato le immagini nel modo naturale, cioè foto di destra messa a destra e foto di sinistra messa a sinistra.

Occhio sinistro Occhio destro
Visualizzazione ad occhi fissi
Il poco spazio disponibile nel blog non permette di utilizzare immagini adeguate per godere appieno dell’effetto tridimensionale. Se volete vedere una immagine più dettagliata di come si presentava un angolo del mio giardino questa mattina, cliccate su una delle immagini seguenti.
Buona visione.

Occhio destro Occhio sinistro
Visualizzazione a occhi incrociati

Occhio sinistro Occhio destro
Visualizzazione ad occhi fissi
Avete mica fatto caso che stanotte qui ha nevicato?