Analisi del 2015

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2015 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 39.000 volte in 2015. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 14 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Circoncellioni

circoncellioni

Attentati dei circoncellioni
MARZIO GANASSINI
Chiostro della Chiesa della SS. Trinità a Viterbo (1610)

In un momento in cui si guarda con sgomento alla pulsione suicida ed omicida dei terroristi islamici, non tutti sanno che tale incomprensibile pulsione affonda le sue origini nei primi secoli del cristianesimo.

Valga come esempio la setta dei Circoncellioni (IV sec. D.C.) i quali, al grido di “Deo laudas” (che era un po’ l’equivalente del “Allah akbar” odierno), se ne andavano in giro a malmenare il prossimo fino alla morte, preferibilmente armati di bastone, perché ligi al detto evangelico che imponeva a San Pietro di riporre la spada nel fodero.

Cercavano con grande zelo il suicidio, che equiparavano al martirio, e lo annunciavano molto prima di eseguirlo, per cui oggi diremmo che cercavano anche l’impatto mediatico.
Preferibilmente si buttavano nel vuoto da alte rupi, ma non disdegnavano di obbligare sventurati passanti a eseguire per loro questa incombenza, minacciandoli di morte se si fossero rifiutati.

I circoncellioni si sono estinti (per comprensibili motivi), ma le idee di fondo, a quanto pare, sono sopravvissute.
Le famose radici cristiane non sono solo europee.

La storia minore – Mildred J. Hill

Mildred J. Hill

Mildred J. Hill

Questa azzimata signora di fine ‘800, dall’aria burbera da vecchia maestra, è certamente sconosciuta ai più, ma è inconsapevolmente citata ogni giorno, e milioni di volte al giorno, su tutta la Terra.

Un giorno, assieme alla sorella (lei sì maestra) ha deciso di scrivere un semplice brano musicale per salutare l’ingresso a scuola degli alunni.
La sorella (Patty) ha scritto il testo, mentre lei ha messo giù sei note (di numero) a formare una piccola melodia la cui esecuzione, nella versione originale o nelle sue innumerevoli varianti, supera per numero di volte quella di qualunque altro brano musicale, compresi i canti natalizi.

Il testo della sorella non viene ormai più usato da tanto tempo, perché sostituito da un altro oggi più celebre, ma di autore ignoto, mentre la melodia, inalterata, è cantata e conosciuta da tutti, adulti e bambini: Happy Birthday to you.

 

 

 

della Vita di un gentiluomo che ambiva a divenir pittore

Io mi diletto a scimmiottare i grandi pittori, come si sa. E, ogni tanto, pubblico qui i miei lavoretti. Nonostante non abbia frequentato nessuna scuola artistica, cerco di dare qualche dritta tecnica; non perché ne abbia titolo, ma per cercare di stimolare quanti hanno la stessa passione o quanti magari non ce l’hanno ancora.

Purtroppo, o per fortuna, il Vasari non mi ha ancora inserito nel suo famoso trattato delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri

Quindi ho pensato bene di colmare questa lacuna.

Come Picasso ha avuto il suo periodo rosa e quello azzurro, anche io ho avuto i miei periodi, modestamente.
Io li dividerei così: primo periodo (o dell’infanzia); intermezzo (o del chissenefrega); secondo periodo (o della lenta, lenta, lenta, ma tanto lenta evoluzione).

Il periodo dell’infanzia ha un inizio ben preciso. Con un minimo di ricerca storica si potrebbe addirittura indicare la data esatta.
Era l’ultimo giorno di scuola della prima elementare quando la maestra, nell’accomiatare i bambini, fece dono al pargolo di una scatola di acquerelli.
Purtroppo i biografi non ci dicono quali meriti avesse avuto il nostro soggetto nell’anno scolastico appena trascorso da meritarsi una tale attenzione. Di lui non ci è pervenuto niente di quel periodo. L’unica traccia la ritroviamo nella copertina di un album di disegno (successivo di oltre cinque anni) dove il maestro ha schizzato a memoria un esempio delle sue capacità di allora.

Riproduzione tarda dello stile figurativo mostrato nel primo anno scolastico dall'autore

Riproduzione tarda dello stile figurativo mostrato nel primo anno scolastico dall’autore

Fu quello il punto di svolta di una resistibilissima (e resistita) ascesa. Da lì cominciarono i guai.

I suoi genitori si impegnarono subito a rovinargli la vita e la carriera. Non solo gli imposero di dipingere quando gli amici erano liberi invece di andarsene a giocare, ma gli dicevano anche come doveva dipingere, inconsapevoli di non aver la minima idea di come si facesse.

Il primo dipinto ufficiale, eseguito si presume pochi giorni dopo l’inizio delle vacanze scolastiche, con l’apertura emozionante della scatola di acquerelli, è fortunatamente giunto fino a noi.

Primo dipinto assoluto

Primo dipinto assoluto – età 6 anni ca.

Qui si vedono chiaramente le tracce di quanto esposto in precedenza.
Nell’angolo in basso a destra si può notare un ripensamento (forzato) del maestro. Al momento della stesura ad acquerello del mare, il genitore interveniva e imponeva la cancellazione del già fatto per sostituire il mare con più sobrie ondine a matita colorata. Scorno e pianto: ma come? Devo imparare a usare l’acquerello e per farlo uso le matite colorate?! Ma tanto fu. Poi si chiamerà tecnica mista.

Questo periodo durò circa quattro anni e, dal mio privilegiato punto di osservazione, posso dire che quattro anni dopo non si notano segni evidenti di evoluzione. In pratica, con la tecnica di insegnamento parentale, a 11 anni dipingevo come a 7 (o viceversa).

Con l’inserimento nella scuola media, e il conseguente insegnamento artistico incorporato, viene mollata la presa da parte della famiglia. Il maestro si sente finalmente libero e decide in piena consapevolezza di entrare nel periodo del “non me ne frega più niente” e i risultati si vedono subito in una delle prime opere del nuovo corso.

L'affondamento del Titanic - Esercizio in prima media a seguito del quale lo Stato chiese la restituzione della scatola di acquerelli

L’affondamento del Titanic – Esercizio in prima media a seguito del quale la Scuola chiese la restituzione della scatola di acquerelli

Questo periodo fu caratterizzato principalmente da ricerche grafiche che si esplicitavano essenzialmente in disegni a matita, carboncino o penna, detti scarabocchi.

La svolta che porterà al secondo periodo, e che dura tutt’ora, avvenne grazie all’influenza di colei che era ritenuta la meno dotata della famiglia. La sorella, che un giorno, diversi anni dopo, decise di comprarsi dei colori ad olio e iniziare una propria carriera autonoma come pittrice (di cui, però si sono perse le tracce).
Incuriosito dai risultati che il nuovo mezzo permetteva rispetto alle matite, il maestro tentò anche lui questa via e poco dopo vide la luce il suo primo dipinto ad olio in assoluto.

Il mio primo dipinto ad olio  :'(

Il mio primo dipinto ad olio 😥

Questo dipinto, pur così vecchio, è potuto arrivare fino a noi perché si trova sul retro di un altro dipinto, in quanto la tela è stata rivoltata e riutilizzata (nella foto si intravede distintamente il retro del telaio).

Quanti fossero interessati alla produzione successiva dell’autore possono sempre farsi un giro su questo blog 😉

Fascismo d’antan

Si parla molto in questi giorni, spesso a sproposito, di fascismo, giornali di regime e pennivendoli.
Se vogliamo avere un’idea più precisa di come stessero realmente le cose sotto il vero fascismo si può sempre leggere la stampa originale.

 

http://www.brunoberti.it/documenti-storici.html