Appena terminato (si fa per dire) il mio ultimo dipinto.
Dopo aver completato il dipinto di Giusi mi accingevo a lasciare l’enclave albanese in Sicilia per cercare nuovi stimoli altrove, ma il bello dei tanto disprezzati (spesso a ragione) social è che ti fanno incontrare nuove realtà e nuove persone. Alcune interessanti, altre meno. E qualcuna talmente interessante da farti rinunciare all’idea di allontanarti e fermarti lì ancora un po’.
Sapete come funziona facebook: entri in contatto e amicizia con qualcuno e quindi diventi visibile a quelli del suo giro e viceversa. Finisce così che ricevi notifiche anche da perfetti sconosciuti che qualche volta ti riservano delle sorprese.
È così che ho conosciuto Beatrice. Una foto catturata per caso alla mia attenzione da facebook ed è stato amore a prima vista.
Piana degli Albanesi aveva ancora qualcosa da dirmi.
La procedura dei miei dipinti ormai, per chi mi segue, è risaputa, quindi non mi dilungherò molto con le spiegazioni. Dico solo che anche questa volta, come con Giusi, ho fatto ricorso al verdaccio che mi sta ormai addosso come una seconda pelle.
Questa è la sequenza dei vari passaggi.
Da qui in poi le modifiche e le correzioni sono così sottili che non ha senso pubblicarle perché sembrerebbe sempre la stessa fotografia.
Nel passaggio diretto alla versione finale si coglie meglio la differenza.
Una considerazione la devo fare: non ho reso completamente giustizia alla bellezza della modella e, per certi aspetti, il dipinto non è soddisfacente, ma conosco i miei limiti (non è falsa modestia) e so che se fossi andato avanti avrei solo peggiorato il risultato finale. La parte più impegnativa è stata la bocca, quella meno riuscita è il ricamo dell’abito su cui, a mente più fresca, non escludo di tornarci sopra in futuro.