Un punto di riferimento

Lo stadio raggiunto nel post precedente mi è servito soprattutto a vincere la titubanza nel riaffrontare questo dipinto. In sostanza mi ha permesso di riprendere il controllo dei colori e della tecnica che mi è propria, però mi ha lasciato comunque insoddisfatto.

In genere io procedo contemporaneamente su tutte le parti del dipinto e questo fa sì che ne possa controllare l’uniformità complessiva a spese di uno stato complessivo di non finitezza. Lo considero un vantaggio perché mi permette di non impelagarmi in inutili dettagli che magari poi in seguito potrei dover modificare.

Ormai rinfrancato nella ripresa del lavoro, con questo spirito sono intervenuto soprattutto nelle parti che rischiavano di restare troppo indietro e in quelle che rischiavano al contrario di andare troppo avanti nella direzione sbagliata.
In quest’ultima situazione si andava indirizzando la boscaglia dietro a Psiche, che tendeva a presentarsi più come una quinta teatrale che uno spazio profondo. Ho lavorato perciò sui tronchi in modo che regredissero in maniera più convincente.

Sono passato poi a ridefinire meglio i colori del terreno e gli alberi dietro a Venere (anche se questa parte ho deciso sostanzialmente di non curarla troppo perché in questa fase è inutile il dettaglio). Mi sono quindi impegnato sui visi delle dee per meglio definirli, visto che erano ancora ad uno stadio di abbozzo primitivo.

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Ridefinizione visi e bosco

È stato il lavoro sui visi che mi ha convinto che il mio solito approccio progressivo non bastava più. Tutto il quadro, per quanto cromaticamente interessante visto da lontano, da vicino appariva troppo indefinito e poco sostanzioso (non trovo un termine migliore per descrivere la mia sensazione).
Sentivo la necessità di un punto fermo, definitivo, attorno a cui poi far ruotare tutto il resto. Mi serviva una parte del dipinto “finita“, una parte che mi dicesse “devi arrivare fin lì!“. Un traguardo da raggiungere, insomma, che mi desse lo sprone a proseguire.

Dopo un’attenta analisi di tutte le componenti ho deciso di concentrarmi sul viso di Psiche; anzi sulla testa. Perché, se ci si fa caso nell’immagine superiore, la testa di Psiche appare sproporzionata rispetto al corpo. Questa cosa è piuttosto curiosa perché nella precedente versione la testa sembrava invece corretta. L’ingombro complessivo è rimasto quello, i capelli non sono stati toccati, però la testa ora appare più grande. 😯
Visto quindi che lì ci sarebbe stato da lavorare, lì sono intervenuto con lo spirito di terminare la testa di Psiche, o almeno portarla ad un livello “finito” (pur non impedendomi eventualmente di ritoccarla in futuro). Visto che c’ero ne ho approfittato per ritoccare anche il viso di Venere, perché così era proprio brutto, però non l’ho rifinito altrettanto.

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Il viso di Psiche finito

Il risultato lo si vede qui a lato.
Si può intravedere sul fondo come abbia abbassato anche il profilo dei capelli per ottenere una testa proporzionata.

Il lavoro sulla testa mi ha portato via due o tre giorni, ma il risultato lo trovo soddisfacente. Dovrò semmai intervenire sull’espressione, ma ora mi interessa solo la resa pittorica che mi sembra di buon livello.
Ringalluzzito dal risultato ho fatto la stessa operazione sui piedi di Psiche, senza dimenticare ogni tanto di lavorare anche sulla figura nel suo complesso. Le mani invece le ho lasciate indietro, ma saranno certamente oggetto delle mie prossime attenzioni.

Visto che alla fine mi rimaneva un po’ di bianco, ho mandato a quel paese ogni remora e ho completamente vestito Venere con delle semplici pennellate semitrasparenti.
Come in fondo mi aspettavo quella macchia bianca ci sta bene e Venere acquista in personalità e regalità. Aggiudicata la veste lunga. Ora dovrò fare un po’ di ricerca per trovare un modello che non sembri così tanto un “pigiama palazzo”.

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Situazione attuale


Rif.
Psiche che consola Venere
Psiche e Venere: il disegno
Psiche e Venere: l’abbozzo su tela
Psiche e Venere: l’abbozzo monocromo
Definire l’ambiente
Lo stop del dipinto
Dopo oltre un anno si ricomincia

5 pensieri su “Un punto di riferimento

  1. certo Venere e’molto alla moda…tu certo non sai …ma il pigiamo palazzo…impazzaaa!!! 😀 Bravo Bruno al di la’ delle sciocchezze sta prendendo sostanza e non solo forma…

  2. Ora Venere e’ assai piu’ regale nel suo dolore. 🙂
    La veste?? Forse un po’ piu’ corta o svolazzante…oppure di un colore leggermente meno bianco???
    Il viso di Psiche mi piace molto : e’ fresco e sbarazzino seppur composto 🙂
    Le teste che improvvisamente diventano abnormi quando tutte le proporzioni sono state rispettate….ahahah, vedo che capita anche a te! 🙂

    • Ho fatto un po’ di ricerca e raramente si vede Venere con abiti corti. In genere viene rappresentata nuda o con lunghe vesti, mentre la veste corta è associata più a Diana.
      Considerando che qui siamo in un bosco, preferisco evitare ambiguità quindi la veste sarà lunga.
      Il colore non fa testo perché, come ho detto, ho usato il bianco residuo della tavolozza solo per vedere l’effetto. Devo però dire che un bianco così abbacinante non mi dispiace, sia da un punto di vista cromatico che da quello simbolico (è una dea che rifulge di luce propria).
      Vedremo, vedremo, sono sempre in tempo a rovinare tutto 😀

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