Definire l’ambiente

Una volta terminato lo studio dei volumi e dell’anatomia delle figure in monocromo, sono passato a cercare di definire l’ambiente in cui queste figure saranno messe.
Non è un lavoro accurato, ma mi è servito solo per impostare il cromatismo complessivo del quadro finale.

Nella mia testa l’ambiente lo immaginavo come un bosco nelle tonalità dell’azzurro-verde-viola, con la luce del sole che filtrava tra gli alberi, alle spalle delle figure, con colpi di colori caldi complementari, tipici di un tramonto.
Colorando l’ambiente circostante ottengo anche di “vedere” il colorito delle figure, nonostante in questo momento siano solo grige, per quell’effetto che si ha quando si fissa intensamente un colore e poi una parete bianca.

Pur essendo ancora molto lontani dal dipinto finito, in questo modo riesco, in un certo senso, a vederlo come sarà. Niente di che, sia ben chiaro, ma ottengo una specie di suggerimento.

Cominciare a definire l’ambiente mette a fuoco anche eventuali problemi di composizione. Qui si vede chiaramente che alle ali di Psiche si contrappone un’area abbastanza vuota dall’altro lato del quadro (alla sinistra di Venere). Da valutare come bilanciare la cosa ed evitare anche un equilibrio troppo marcato che renderebbe il dipinto statico.
La doppia curvatura delle figure verso sinistra è bilanciata già in partenza dalla presenza delle ali, che si oppongono a questo andamento, ma ho deciso di rinforzare il concetto mettendo un tronco sul bordo del dipinto per impedire all’occhio di fuggire via dal centro della scena.


Rif.
Psiche che consola Venere
Psiche e Venere: il disegno
Psiche e Venere: l’abbozzo su tela
Psiche e Venere: l’abbozzo monocromo

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